Uli-vagando: tra ulivi secolari e antichi frantoi sulle Madonie

L'esperienza

Evoca miti sin dalla preistoria, è cantato dai poeti dell’Antico Testamento e Omero lo assurse a simbolo di pace. Oggi l’ulivo si sta ritagliando un ruolo da protagonista. Ecco quindi una “olive experience” a San Mauro Castelverde, nel cuore del Parco delle Madonie, dove gli ulivi sono monumenti della natura, alberi secolari attorno a cui è stato costruito un itinerario ideato dall’associazione Ulivo Capovolto.

Un viaggio alla scoperta di uno degli uliveti monumentali più belli del territorio. Un percorso che coniuga natura e storia, esplorando simboli e miti degli ulivi, dalla preistoria ai nostri giorni. Un’occasione anche di incontro con i produttori, di scoperta di antichi frantoi, fino a esplorare i vicoli di San Mauro, borgo che fa parte dell’Associazione nazionale Città dell’Olio.

Durante il percorso vengono, inoltre, approfonditi gli aspetti più tecnici e botanici delle piante, le fasi di cura e produzione, seguendo le diverse tappe che vanno dall’albero alla bottiglia d’olio. 

Dopo il primo uliveto monumentale, si visita un ex feudo con un bosco di 1.500 ettari e diecimila ulivi delle varietà Crastu e Giarraffa, cultivar tipici del territorio di San Mauro. Si passa quindi a visitare un frantoio a trazione animale che risale ai primi del Novecento. Un classico “trappitu” della tradizione contadina, dove le olive venivano molite con grandi pietre calcaree. Ma basterà fare ancora una breve passeggiata per incontrare un altro ulivo “Matusalemme” di 1300 anni.

Dopo una degustazione tecnica con sommelier e assaggiatori di olio e una pausa pranzo a base di prodotti del territorio, si visita il borgo di San Mauro Castelverde, alla scoperta di chiese e del museo etnoantropologico, un vero scrigno di memoria contadina.

Per finire la giornata a Borgo Malìa, un pugno di case affacciato sulla valle del Pollina. Qui i visitatori troveranno le sole due famiglie rimaste a vivere in un piccolo complesso rurale vicino al paese: sei persone, che vivono ancora a dorso di mulo, scandendo le giornate a ritmo di albe e tramonti. Tra loro c’è un ragazzo di 25 anni, il più giovane di una famiglia di allevatori e contadini, felice di vivere in questo mondo incontaminato.