Musei dell'emigrazione

Museo Etneo delle Migrazioni

descrizione immagine

Luogo:Giarre (CT)

€ (economico)

L'esperienza


Nato da una ricerca degli studenti del Liceo Scientifico “Leonardo” di Giarre,
dal 2008 è ospitato nei locali comunali del Palazzo delle Culture.
Il percorso museale propone al visitatore:

Una prima sezione, dedicata alla realtà contadina di fine Ottocento che vede
partire uomini, donne e bambini in seguito alla distruzione dei vigneti a causa
della fillossera, che dal 1887 colpisce Catania e negli anni successivi le distese
vitivinicole ai piedi dell’Etna;

La presentazione delle cause delle partenze, endogene ed esogene, introduce i
caratteri del movimento emigratorio nelle tre fasi del processo nel corso del
Novecento;

Le sezioni dedicate alle destinazioni raggiunte dai migranti del territorio, con
storie e testimonianze corredate di documenti;
 le teche orizzontali con documentazione istituzionale e privata sull’esodo
migratorio dall’hinterland;
La sezione immigrazione, che chiude il percorso descrittivo del museo
narrante con lo spazio dedicato ai nuovi migranti oggi presenti nel territorio
etneo.
Il Museo etneo delle migrazioni è ospitato nei locali del Comune di Giarre e inserito
nella Rete dei Musei Siciliani dell’Emigrazione (referente per la ricerca scientifica,
prof.ssa Grazia Messina).
A vecchi documenti rinvenuti nei cassetti e negli armadi di casa, si sono aggiunti nel
tempo documenti istituzionali, racconti personali e familiari, oggetti donati da
privati a testimonianza dell’esodo dal territorio. Il percorso museale conduce a
comprendere perché e quando tanti siciliani, e in particolare gli abitanti dell’area
ionico-etnea, sono diventati EMIGRANTI, dove si sono trasferiti e come è cambiata,
dopo la partenza, la loro vita. Poiché le migrazioni hanno sempre due direzioni,
all’interno del museo è dedicato uno spazio all’IMMIGRAZIONE nell’isola. In questo
piccolo spazio insomma si cerca di raccontare un passato che si affaccia nel
presente, per capire come possiamo meglio affrontare il futuro che ci attende. Il
Museo viene costantemente integrato e arricchito con nuovi documenti, sia pubblici
che privati sull’esperienza migratoria.

TECHE

Nel percorso del museo alcune teche custodiscono documenti dell’archivio storico
di Giarre del primo Novecento che aiutano a conoscere la quantità di passaporti
rilasciati, il modo in cui si poteva acquistare un biglietto per l’imbarco sulle navi
dirette in America, le decisioni che vennero prese dalle autorità che avevano il
compito di controllare le partenze dall’isola. Non mancano storie personali e
familiari raccolte con ricerche e interviste nel corso degli anni, anche con un progetti
scolastici e laboratori storici.

CAUSE E PARTENZE

Sul finire dell’Ottocento la fillossera, agente patogeno della vite, distrugge interi
vigneti prima in Francia e infine anche in Sicilia. La povertà che si diffonde nell’isola
favorisce la vendita di biglietti per le Americhe da parte delle Compagnie di
navigazione, che incoraggiano i siciliani a partire per fare fortuna nel Nuovo
Continente sui nuovi piroscafi a vapore. Prende così forma il sogno americano, con
la speranza di una vita migliore e la prospettiva di un cambiamento radicale per sé e
per la propria famiglia. Da Siracusa e Catania si poteva raggiungere con il treno il
porto di Messina, ma anche quello di Palermo e Napoli, e da lì salire su una nave
diretta a New York o Buenos Aires. Tra il 1861 e il 1985 le statistiche parlano di circa
30 milioni di italiani emigrati all’estero, di cui 22.253.000 uomini e 6.780.000 donne.
Ne sono rientrati circa 10.275.000, con un saldo migratorio di 18.761.000 unità. Oggi
vivono all’estero quasi cinque milioni di cittadini italiani e oltre 60 milioni di oriundi.

AMERICA

In America partirono dall’area in un primo tempo soprattutto i maschi adulti, che
progettavano di rimanere fuori solo qualche anno e poi tornare in Sicilia. Le
partenze delle donne, presenti comunque sin dall’inizio, aumentarono in seguito ai
richiami degli uomini, e trasformarono spesso l’emigrazione da temporanea in
permanente. Proprio chi pensava di fermarsi più a lungo si attivava per costituire
delle comunità, le little Italy, piccole Italia fuori dall’Italia, che riproducevano il
repertorio antropologico della regione di provenienza, con abitudini gastronomiche,
stile di vita, consuetudini religiose e conservazione del dialetto, riproponendo
persino la toponomastica (abbiamo così oggi negli Stati Uniti le città di Syracuse e
Palermo, ma anche Rome, Milan, Naples, Venice, Florence, Verona e Genoa).

AUSTRALIA

Dopo la seconda guerra mondiale, le difficoltà economiche e l’imponente progetto
di sviluppo avviato dal governo australiano fecero riversare nel continente un
incredibile flusso di emigrati italiani. Molti di essi erano uomini soli, con contratti di
lavoro a scadenza biennale, poco favorevoli a sposarsi al di fuori del proprio gruppo
etnico e poco propensi ad integrarsi nella società australiana anche per la scarsa
conoscenza della lingua. Le autorità australiane incoraggiarono così i matrimoni per
procura. Dopo uno scambio di fotografie o un breve fidanzamento in Italia, si
concordava a distanza il matrimonio e, per evitare le spese del viaggio, lo sposo
attendeva la moglie in Australia. Nella chiesa del paese siciliano con testimoni e
invitati, si celebrava il rito del matrimonio: sull’altare si presentava, al fianco della
donna, non il marito ma un amico o un parente che lo sostituiva per la circostanza.
Finita la cerimonia religiosa, la donna saliva sulla “nave delle spose” per raggiungere
l’Australia e iniziare una nuova vita con un uomo a volte conosciuto solo in
fotografia. Nel Museo sono ricostruiti alcuni matrimoni per procura.
AFRICA
Anche se oggi l’Africa fa pensare soprattutto alle partenze per raggiungere l’Italia e
l’Europa, nell’Ottocento questo continente è stato meta di emigrazione per molti
siciliani. Centinaia di pescatori annualmente partivano dall’isola per svolgere la loro
attività in varie zone costiere del Nord Africa (Algeri, Tunisia), mentre tecnici, operai
e ingegneri lavorarono per anni in Egitto e nel canale di Suez. Nel Sudafrica tanti
siciliani, prigionieri dell’esercito britannico durante la seconda guerra mondiale,
affascinati dalla bellezza del luogo e dalle opportunità che esso offriva, a guerra
conclusa si stabilirono lì per lavorare soprattutto nei settori dell’edilizia, del
commercio e dell’artigianato.

EUROPA

L’ultimo ciclo di emigrazione che ha interessato l’Italia, prima di quello ancora in
corso, si è manifestato durante il boom economico successivo alla seconda guerra
mondiale. Con accordi tra l’Italia ed alcuni paesi europei come Belgio, Svizzera,
Francia, Germania, tanti italiani si spostano in Europa in cerca di lavoro. Questa
emigrazione, a differenza di quella transoceanica verso America o Australia, ha
avuto il più delle volte spesso carattere temporaneo, visto che molte famiglie sono
in seguito ritornate in Sicilia con i risparmi messi da parte. Dopo alcuni decenni di
massiccia immigrazione, al momento l’Italia, e in particolar modo la Sicilia, si
presenta sia come terra di immigrazione, per l’arrivo soprattutto di tanti uomini e
donne in fuga da paesi africani e mediorientali per guerre, miseria e violenze, che
come terra di emigrazione, visto che quasi un milione di italiani, soprattutto giovani
tra 18 e 35 anni, si è trasferito all’estero negli ultimi 10 anni per completare gli studi
o la formazione ma anche per svolgere un lavoro più gratificante (oltre il 73% ha 25
anni e più; di questi, quasi tre su quattro hanno un livello di istruzione medio-alto).

IMMIGRAZIONE

Gli studi socio-economici concordano oggi nel ritenere l’attuale immigrazione una
conseguenza inevitabile della globalizzazione e delle pesanti disuguaglianze
economiche e sociali presenti nel pianeta: dei quasi sette miliardi di abitanti del
pianeta solo la settima parte risiede infatti nei paesi a sviluppo avanzato, il resto vive
in zone a forte rischio per la vita e la sopravvivenza. Miseria, povertà di risorse,
malattie e guerre spingono tanti esseri umani a lasciare con dolore la terra in cui
sono nati, e portare altrove le loro esistenze. Oggi al termine MIGRANTI gli studiosi
del settore preferiscono quello di CAPITALE UMANO IN MOVIMENTO, per indicare le
risorse che ogni essere umano possiede e porta con sé. Nel termine si includono
quanti sono stati definiti migranti economici, presenti in Sicilia dagli anni Settanta
del Novecento, e migranti forzati, profughi in cerca di protezione e asilo politico per
la precarietà delle loro esistenze nelle terre d’origine.

Durata della visita

6 ore

Offerta in

italiano

Informazioni/Da sapere

Località/Il posto

Indirizzo

Piazza Macherione, 4/5, 95014 Giarre, Catania, Italia

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Informazioni

Ente organizzatore

Italea Sicilia

Giorni e orari

lunedì 09–13, 16–18 martedì 09–13 mercoledì 09–13 giovedì 09–13, 16–18 venerdì 09–13 sabato Chiuso domenica Chiuso Le visite sono possibili solo su prenotazione. E’ possibile richiedere una visita guidata.

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