Notizie

“U Muzzuni", ad Alcara Li Fusi la festa popolare più antica d’Italia

07 Giugno 2024

2 minuti

Quella del “Muzzuni” è una festa di antichissima tradizione, riconducibile alla civiltà ellenica, retaggio di un antico rito propiziatorio alla fertilità della terra legato al mondo contadino. Originariamente si celebrava il 21 giugno per il solstizio d’estate, il giorno più luminoso dell’anno. Con l’avvento del Cristianesimo venne spostata al 24 giugno, dedicato a San Giovanni Battista, martire decapitato. Da allora elementi pagani e cristiani si mescolano in questo rito che si ripete da secoli.

Ma perché si chiama “Muzzuni”? il termine dialettale si riferisce a una brocca priva di collo (mozzata) rivestita con un foulard di seta e adorna di ori appartenenti alle famiglie del quartiere, dalla cui sommità escono steli di orzo e grano fatti germogliare al buio, lavanda, garofani e spighe di grano già maturato. All’imbrunire inizia la fase preparatoria della festa le cui protagoniste sono esclusivamente donne. “U Muzzuni” viene prima portato in corteo nelle stradine dei quartieri del borgo di Alcara Li Fusi tra canti e balli popolari. Poi, viene accolto sugli altarini precedentemente addobbati attorno ai quali vengono stese le cosiddette “pizzare”, tipici tappeti tessuti con l’antico telaio a pedale utilizzando ritagli di stoffa. Tappeti che fanno bella mostra di sé anche dai balconi, sulle pareti delle case e lungo le strade. La festa è un inno al rigoglìo della natura, all’amore e alla giovinezza, “documento vivente della nostra radice umana e culturale”, scrisse l’antropologo Antonino Buttitta.

Davanti al “Muzzuni” ancora oggi, si rinnova il “Rito del comparatico”, grazie al quale si rafforzano vecchie amicizie e se ne intrecciano di nuove. Questa festa è riuscita a sopravvivere fino ai giorni nostri per merito della comunità degli alcaresi che hanno saputo perpetuare questo antico rito di religiosità pagana, fonte di promesse, fertilità e abbondanza.

 

Altre news

  • A Los Angeles i volti e le storie di sei “tesori viventi” dei borghi siciliani

    C’è Angelo di Sant’Angelo Muxaro, pastore con gli occhi di cielo; c’è Vincenzo di Contessa Entellina che usa la tempera all’uovo su fondo oro per le sue icone; c’è Simone di San Biagio Platani che ogni anno diventa uno dei Madunnara e cuce archi devozionali; c’è Caterina di Isnello che lavora i pesanti “piduni”, c’è […]

    LEGGI DI PIÙ
  • Da Burgio a Giuliana e Prizzi: viaggio nei Sicani con Italea Sicilia

    Un viaggio in tre borghi dei Sicani tra le province di Palermo e Agrigento. In occasione dell’ultimo weekend di Borghi dei Tesori Fest, con il bus di Italea Sicilia, in tanti hanno visitato tre dei 46 piccoli Comuni che hanno partecipato al festival concluso la scorsa primavera, giunto alla quarta edizione, dedicata all’Anno del Turismo […]

    LEGGI DI PIÙ
  • A San Piero Patti nella chiesa della patrona tutti col naso all’insù

      In piazza Gorgone, nel borgo di San Piero Patti ricco di tesori nascosti, c’è una bella chiesa di piccole dimensioni che porta il nome di Santa Maria Assunta, patrona del paesino. Vi si accede da un’imponente scalinata in pietra e custodisce le statue di San Pietro, del copatrono San Biagio, e di Maria SS. […]

    LEGGI DI PIÙ
  • La storia dei canicattinesi d'America

    Il fenomeno migratorio transoceanico tra fine ‘800 e inizi del ‘900 ha coinvolto molti siciliani costretti a lasciare l’Isola per ragioni economiche La grande emigrazione siciliana negli Stati Uniti d’America tra fine Ottocento e primi del Novecento è stata un fenomeno storico che ha cambiato radicalmente sia i paesi di partenza, che si sono svuotati, […]

    LEGGI DI PIÙ